Giorgio Barberi Squarotti, dietro il vetro

Giorgio Barberi Squarotti un anno fa.  L’umanità che trapelava durante gli incontri con i giovani rivelava la grandezza civile e l’estesa cultura maturata nel corso degli anni.

di Vincenzo D’Alessio 

 

Giorgio Barberi Squarotti, dietro il vetroGiorgio Barberi Squarotti, il noto critico letterario, poeta e saggista, era nato a Torino nel 1929 e ivi si è spento il 9 aprile 2017 lasciando nella Letteratura Italiana moderna e contemporanea una “ vasta orma”. 

Noi lo vorremmo ricordare ad un anno di distanza memori dell’incontro avuto ad Avellino poco prima della sua scomparsa su invito del chiarissimo professore Carlo Santoli, direttore della rivista di studi sulle letterature e le arti europee “ Sinestesie”,  per delle lezioni da tenersi nei licei del capoluogo irpino.

L’umanità che trapelava durante gli incontri con i giovani rivelava la grandezza civile e l’estesa cultura maturata nel corso degli anni di insegnamento nella sua città natale: dialogo limpido accessibile a ciascuno senza acribia. 

Oggi né facciamo sincera memoria, da questa difficilissima terra del Sud, con una poesia scelta dalla raccolta “ Da Gerico” (Guida Editori, 1983) con introduzione di Ciro Vitiello, diario minimo dei suoi molteplici viaggi e metafora del viaggio finale che ognuno di noi dovrà compiere, come si legge nell’introduzione: “(…) Tutti gli “io” si smarriscono nello stravisamento ondoso della composizione poematica, l’io che è fittizio, e l’io che è doppio, quale duplicato, nella circonferenza del sogno, in una previsione definitiva di una irreversibile fine.” (pag.4).

 

Dietro il vetro 

Da dietro il vetro non si udiva nulla

anche se il vento piegava biade e rami

e la pioggia a onde dalle basse nuvole

blu e la ragazza spersa per lo spazio esiguo

dal cielo insieme con qualche travolto uccello nero

subito confuso con le foglie

strappate e i lievi abiti chiari che in fretta si attorcevano

a tronchi e vortici d’aria e acque: il silenzio

profondo dietro i vetri, non ci sono

risposte, è quasi buio fuori dove forse

è una mano quell’ombra bianca che si agita

contro la finestra, nulla da nominare, nulla più

da inventare per popolare le tenebre interiori

di coppie un poco nude, di messaggeri minacciosi, di

odes pour la reception de la couronne

in Campidoglio, di fiori che s’aprono tra fruscii

e gemiti nel buio, di lance e fiaccole,

di musiche altissime da una balera in mezzo ai salici,

quasi in riva al fiume, che si può lentamente fare scorrere

in mezzo alla pianura, fra le nuvole

dei moscerini, lunghe erbe tenere

da cui vengono bisbigli, brevi risa, un po’ d’affanno,

c’è qualche auto come abbandonata,

una luce rossa di luna nelle acque

nere.

 

  di Vincenzo D’Alessio
     (05/04/2018)

 

 

ViaCialdini è su www.facebook.com/viacialdini e su Twitter: @ViaCialdini