Boris Goudenow all’Haus der Musik Innsbruck

Boris Goudenow di Johann Mattheson, all’Haus der Musik Innsbruck. Un’opera decisamente ostica, molto impegnativa di non facile interpretazione, rappresentazione, per una drammatica storia di potere nella Russia zarista
di Michele Luongo

Boris Goudenow all’Haus der Musik InnsbruckBoris Goudenow di Johann Mattheson, all’Haus der Musik Innsbruck, con la regia di Jean Renshaw, e la Theresia Orchestra diretta da Andrea Marchiol, per una drammatica storia di potere nella Russia zarista, premiere lo scorso giovedì 19 agosto.

Opera lirica, ambientata tra il 1598 e il 1605, Boris Godunov diventa Zar di tutte le Russie dopo l’uccisione, avvenuta in circostanze misteriose, dell’erede legittimo al trono, lo Zarevic Dmitrij Ivanovič, figlio di Ivan il Terribile, ed aver di fatto esercitato il potere durante il regno di Fëdor I (altro figlio di Ivan), considerato mentalmente inabile per governare.

Luisa Moro, ci rilascia una scenografia essenziale, lineare, nelle sfumature del nero, del grigio, con un tavolo lungo a centro del palco, intorno al quale si sviluppa l’intera opera di cui Johann Mattheson ne mette in risalto i momenti terminali dello zar Teodoro Ivanovich, circondato da intrighi, intrecci d’amore, d’interessi, e il decadimento, le delusioni che affogano nell’alcol, nella vodka.

In una palude di menzogna e d’inganno s’ impone Boris Godunov diventando il nuovo Zar. E come ogni tempesta, battaglia poi, è il momento della quiete, dell’amore.

L’opera Boris Goudenow di Johann Mattheson, è un nuova produzione del Festwochen der Alten Musik, di Innsbruck, che vede la partecipazione dei finalisti e vincitori del concorso internazionale di canto per l’opera barocca Pietro Antonio Cesti, del programma Young Baroque Opera, organizzato dal 2010 dal Festival.

Boris Goudenow all’Haus der Musik InnsbruckOpera molto impegnativa di non facile interpretazione, rappresentazione, nel cast troviamo I bassi: Yevhen Rakhmanin, molto bene nella parte del morente zar Teodoro Ivanovich, che per le sue problematiche fisiche e mentali era divenuto ostaggio di parenti e boiardi che di fatto ne reggevano il trono, e Oliver Gourdy nella parte di Boris Goudenow, ha buona presenza ma probabilmente con un maggiore piglio avrebbe dato maggiore spessore al personaggio.

Il soprano Julie Goussot, è Axinia figlia di Boris Goudenow, ha buoni momenti di canto e presenza scenica. E il mezzosoprano Alice Lackner, nella parte di Olga la principessa, e prima in quella dell’infermiera del vecchio zar, mostra troppa linearità, una maggiore passionalità ne avrebbe senz’altro esaltato il ruolo. I tenori Eric Price, nella parte di Josennah, e Joan Folqué in quella di Gavust, sono troppo attenti al compito e perdono l’entusiasmo espressivo.

Il soprano Fiore van Meerssche, nella parte di Irina, moglie dello zar Teodoro. La decadenza del marito, la ferisce profondamente, la delusione è enorme, l’alcol è il suo rifugio. Ha perfetta presenza scenica e pathos nel canto. Il basso Sreten Manojlovic, è Fedro, il boiardo, che proprio nella conquista dell’amore di Irina, trova coinvolgimento e incisività scenica.

Sebastian Songin, è Bogda, l’attore, servo di Boris Goudenow, il tutto fare del palco, e lo fa molto bene, e con pillole ironiche e di saggezza dà valore al proprio personaggio. Bravo.

Boris Goudenow all’Haus der Musik InnsbruckLa Theresia Orchestra diretta da Andrea Marchiol, è vibrante e puntuale, dialoga le sfumature espressive e ci porta nel clima, nell’ambiente dell’epoca.

Boris Goudenow, opera decisamente ostica, per cui tutto il cast merita un plauso.
Un’ opera su cui bisogna lavorare. Bene la nova produzione è la strada da seguire, quell’ intrecci, inganni, astuzie, strategie hanno un proprio fascino che trovano facile riscontro nell’attualità.
 ( www.altemusik.at  )

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (28/08/2021)

Immagini: by Birgit Gufler – Festwochen der Alten Musik 

 

 

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