Incontro di vini alla Tenuta Pfitscher

La Cantina Pfitscher, moderna, ecosostenibile, ci sorprende con un Pinot nero di trentanni. Un piacere per gli appassionati del vino. E l’Amarone Speri armonizza il quadro olfattivo.
di Michele Luongo 

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Vini Cantina Pfitscher

Montagna (Bz) – Nell’ambito delle iniziative delle giornate altoatesine del Pinot Nero, presso la nuova Cantina della Tenuta Pfitscher, nella giornata del diciannove maggio scorso, si è tenuto un interessante incontro di produttori vitivinicoli.

Per l’occasione Klaus Pfitscher, titolare dell’omonima’azienda, anticipando l’incontro  ha presentato la nuova Cantina, funzionale, pratica e sostenibile, infatti, è la prima cantina italiana ad avere ottenuto il marchio CasaClimaWine, che valuta la compatibilità ambientale dell’edificio, il confort abitativo, il consumo di energia e acqua nella produzione dei vini, la scelta degli imballaggi ecc. Un’ampia vetrata permette una spettacolare visione sulla Valle dell’Adige.

Klaus Pfitscher né entusiasta, il suo raccontare è un trasmettere tutto l’orgoglio del suo lavoro, della sua cantina. Ha voglia di dare un cambio, una svolta all’azienda non a caso coinvolge i figli Daniel,  Hannes e Marion, proiettandosi,verso nuove prospettive di mercato. Questo stesso entusiasmo, probabilmente, ha fatto sì, a mio avviso, che per l’occasione un’importante verticale di Pinot nero dell’azienda, sia stata “buttata”,  decisa in troppa fretta, senza darle un meritato e maggiore valore.  Un’interessante degustazione, iniziata con l’annata del 1985. Sì, un Pinot nero di ben Trentanni. Una vera sorpresa, di bel profumo di frutti maturi, profondo, naturalmente è da tenere in considerazione  anche le tecniche di produzione e di conservazione di allora. Poi, si  procede con le annate del 1994 e 1999, riscontro di freschezza ed eleganza e buona rotondità. Con le annate 2000, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, si evidenzia una marcata assenza di linearità del prodotto, ma sono le annate 2006 e 2009 che ci riportano in bocca un buon equilibrio, persistenza e sentori di frutta rossa. Dicevo una verticale importante del Pinot nero Matan, che meritava una maggiore e professionale comunicazione.

L’incontro, quindi, con le bollicine Letrari Trentodoc, con i vini della Tenuta Fertuna, azienda Toscana, e con il barbaresco ed il barolo della Cantina Oddero, infine,  ma non ultima, una bella degustazione con l’eleganza e la tradizione degli ottimi Valpolicella classico, Ripasso, Sant’Urbano Valpolicella Classico Superiore, e l’Amarone, rotondità, persistenza profumi, sentori, che armonizzano ogni palato, della Cantina Speri.

Bella iniziativa, quella di unire vini dei vari produttori,  permettendo agli appassionati del vino di avere un contatto diretto con le varie realtà del mondo del vino italiano, nonché ottimo mezzo di comunicazione. Strada da seguire.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (03/06/2015)

 

 

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