Preside Angelo Raffaele Capone

Cenni sul pensiero e l’opera del Preside Angelo Raffaele Capone in occasione del Centenario della sua nascita. Questa scuola possa ora e sempre rappresentare degnamente la tradizione secolare della nostra  stirpe sannitica, che abita la Valle Caudina.  
di  Vincenzo Napolitano

 

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Preside Angelo Raffaele Capone

Ho preferito descrivere della figura di Angelo Raffaele Capone non tanto il preside, quanto l’uomo di cultura, che forse pochi conoscono. Egli è stato un critico della letteratura italiana attivo ed apprezzato di caratura nazionale, soprattutto negli anni Sessanta. Uomo di grande cultura, ha spaziato lasciando testimonianze concrete su poeti eminenti del nostro Novecento, da Ungaretti a Pascoli, da Matilde Serao a Gozzano, Montale e Cardarelli.

Particolare e ricercato il suo stile narratorio, che lascia trasparire una chiara cultura classica, quando affronta aspetti, teorie e problematiche linguistiche non facili da risolvere. Tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordano il suo amore incondizionato per la Divina Commedia, che conosceva per buona parte a memoria. Dantista dal profondo del cuore, dei versi del sommo poeta era in grado di descrivere criticamente posizioni filosofiche e teologiche senza alcuna difficoltà.

Nel 1967 Angelo Raffaele Capone interviene con un suo scritto in margine al II Congresso internazionale di studi leopardiani, poi pubblicato sulla storica rivista letteraria “La Ruspa” e l’anno successivo affronta il tema esistenziale presente in alcune poesie ermetiche di Eugenio Montale. Poi sulla rivista “Il nuovo tempo” espone sulla prosa d’arte della Ronda e si cimenta sull’esperienza poetica di Vincenzo Cardarelli. Suo è anche un intervento critico sull’ironia in Guido Gozzano.

Ma il nostro Preside è anche stato un raffinato saggista in grado di raccontare il lungo e travagliato percorso culturale della nostra lingua durante tutto un secolo: a lui si deve infatti l’importante “Disegno storico della letteratura italiana del Novecento”, un’opera pubblicata postuma dalla famiglia, che delinea fatti, personaggi e correnti in modo chiaro e preciso. Nel 1967 edita il volume “Noterelle pascoliane”, dedicato alle figlie Maria Antonietta e Marina, che è una guida pratica allo studio degli scritti del poeta romagnolo, partendo da un giudizio formulato nel 1964 dal critico Renato Serra.

Al fratello Pasquale, morto trentenne in combattimento durante la seconda guerra mondiale, dedica il volumetto “Aspetti e problemi nella poetica di Giuseppe Ungaretti”. Altra sua pubblicazione postuma è l’opera sulla scrittrice Matilde Serao di cui esamina fatti e vicende partendo dalla corrente verista, fino alla descrizione del folclore della Napoli di quel tempo.

Quando ancora  l’Italia e l’Europa erano pervasi da movimenti studenteschi, che richiedevano  rinnovamento e  democrazia nella scuola, il nostro preside interviene in modo lucido nel dibattito culturale descrivendo in un suo scritto del 1969 una sorprendente analisi dei problemi vecchi e nuovi presenti nella scuola secondaria italiana di quel tempo. Egli anticipa nella sua lungimiranza la necessità di una presenza più attiva ed aperta delle istituzioni scolastiche sul territorio.

Ma il preside Capone è stato anche un grande studioso di storia: appassionato discepolo del critico Pasquale Villari, ne condivide le posizioni, scrivendo due importanti saggi sulla storia d’Italia da Carlo Magno ad Arrigo VII, sulla questione meridionale e più tardi sulla figura religiosa e civile dell’eretico Girolamo Savonarola. Egli si occuperà ancora di storia, descrivendo in uno scritto pubblicato su una rivista nazionale dell’attività politica dell’onorevole Francesco De Sanctis nel primo decennio dell’unità d’Italia. Singolare infine il suo scritto in cui esamina la figura del filosofo e cardinale John Henry Newman. Capone resta affascinato dalla figura di questo prelato mite e tollerante, tracciando di lui la storia di un’anima e di un secolo in declino.

Per ultimo, e non per questo meno importante, l’impegno per la ricerca storica ed il passato di Airola, città che il preside ha sempre amato. Quando era ancora ordinario di Lettere italiane e Latine, dedicherà alla sua comunità un lungo scritto nell’annuario 1962-1963 del Liceo ginnasio statale, poi estratto dalla famiglia in un  volumetto ristampato a parte. In essa l’autore, partendo dal Cenno storico e topografico dell’antica e moderna Airola del Montella, ipotizza  il sito della primitiva Caudium tra Bonea e Montesarchio,

Grande è sempre stato il suo fervore culturale, ma soprattutto il suo attaccamento alla scuola ed agli studenti, che amava tutti come figli. Dal suo sguardo severo, traspariva netta la sua enorme bontà d’animo nel contatto quotidiano con i giovani.

Desidero terminare questo breve intervento ricordando il suo grande attaccamento a questo liceo. Egli, nel commemorare i cento anni dell’unità d’Italia ed il primo decennale del liceo-ginnasio di Airola formulava un augurio ai giovani di ieri e di oggi: “Questa scuola possa ora e sempre rappresentare degnamente la tradizione secolare della nostra  stirpe sannitica, che abita la Valle Caudina”.

 

Prof. Vincenzo Napolitano
Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana
all’Istituto Superiore “A. Lombardi” di Airola
         (05.01.2016 )

 

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