Rete Padrona, di Federico Rampini

Federico Rampini “Rete Padrona”, ill volto oscuro della rivoluzione digitale. Quanto valgono la nostra privacy, le informazioni su noi stessi, sui nostri gusti e sulle nostre amicizie?
di Massimo Maugeri 

Rete Padrona, di Federico RampiniRete Padrona, di Federico Rampini. L’abbiamo scritto altre volte. Ogni rivoluzione ha i suoi pro e i suoi contro: anche quella digitale. Federico Rampini lo sa benissimo, avendo grande consapevolezza di tutto ciò che riguarda gli aspetti meno nobili dell’evoluzione tecnologica. Ne parla abilmente nel suo nuovo libro: “Rete padrona. Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale” «tutti promettono, all’inizio, di inventare un capitalismo nuovo. Disdegnano il profitto. Finché scopri che stanno creando una società diseguale quanto il vecchio capitalismo newyorchese. Perseguono gli stessi disegni egemonici, monopolistici».

Non è un saggio incentrato sul tecno-scetticismo, questo di Rampini (il quale peraltro tiene a precisare che, anche a suo giudizio, gli aspetti positivi della rivoluzione digitale superano comunque quelli negativi). Al tempo stesso, però, occorre puntare il dito su alcune distorsioni che sono profonde, in alcuni casi perfino inquietanti.

Bill Gates fu il primo. Spodestò l’Ibm e impose il marchio monopolista di Microsoft, che ancora oggi imperversa sugli schermi dei nostri pc. E questa è già storia. Poi fu la volta del visionario e istrionico Steve Jobs che, con la Apple, inserì nel mercato nuovi dispositivi che avrebbero cambiato le nostre vite: iPod, iPad, iPhone.

Ma il compianto Steve è anche stato un mago dell’elusione fiscale e un campione di cinismo: il 2 maggio 2014 il New York Times ha scritto che se Jobs oggi fosse in vita rischierebbe di finire in galera. Google, che gestisce il più grande e noto motore di ricerca del mondo, è anche la più gigantesca macchina pubblicitaria del pianeta a dispetto dell’originario rifiuto della pubblicità, promesso come segno distintivo del marchio. Oggi la logica del marketing a scopo di profitto si insinua nei risultati delle nostre ricerche e li distorce a nostra insaputa. Di più.

Lo sapevate che le auto con telecamera di Google (con riferimento al progetto Google Maps) non si limitavano a fotografare strade e piazze per costruire e aggiornare la mappatura delle nostre città? «Spiavano anche noi», scrive Rampini. «Intercettando i segnali Wi-Fi di casa nostra s’impadronivano di password, email, perfino conti bancari e informazioni mediche.

Spionaggio sfacciato, violazione della privacy su vasta scala, con milioni di vittime ignare: noi. Per anni e anni». Google ha dovuto patteggiare in una causa promossa da 38 Stati americani, riconoscendo danni e responsabilità (e pagando una multa di 7 milioni di dollari).

E la Amazon di Bezos (che oggi ha un fatturato annuo di 75 miliardi di dollari)? Un documentario della Bbc, girato in segreto nei suoi stabilimenti, ha descritto lo sfruttamento e i ritmi ossessivi da “Tempi Moderni” di Chaplin a cui sono sottoposti i suoi dipendenti (molti dei quali stagionali, part time, con contratti a termine, sottopagati). Intanto nel 2013 Bezos ha acquistato il più importante giornale della capitale – il “Washington Post” – per una cifra di 250 milioni di dollari (appena l’1% del suo patrimonio privato, valutato intorno ai 25 miliardi). Un fenomeno che è solo all’inizio? Oggi, Apple, scrive Rampini, «con oltre 100 miliardi di liquidità inutilizzata, potrebbe comprarsi tutti i giornali d’America, e i suoi azionisti se ne accorgerebbero a malapena nei bilanci di fine anno. Lo stesso vale per Google». Quanto valgono la nostra privacy, le informazioni su noi stessi, sui nostri gusti e sulle nostre amicizie? Per noi poco, dato che le offriamo gratuitamente a Facebook. Per Zuckerberg e soci invece valgono tanto, dato che elaborandole e vendendole sotto forma di pubblicità e contatti di marketing sono riusciti a far ottenere all’azienda una valutazione di Borsa superiore ai 100 miliardi.

Conoscere per difendersi. Perché una cosa è certa: sapere come stanno davvero le cose è il primo necessario passo per non essere relegati al mero ruolo di sudditi inconsapevoli e tecnologizzati dei nuovi Padroni dell’Universo.
[articolo pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” del 25 settembre 2014]
(https://letteratitudinenews.wordpress.com  )

 

Rete Padrona di Federico Rampini
Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale
Ed. Feltrinelli, 2014, Euro 18,00, ISBN 9788807070365

 

di Massimo Maugeri
   (01/12/2020)

 

 

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