E’ nell’opera Vespri Siciliani che Verdi rivive l’animo patriottico . L’opera è presentata per la prima volta a Parma. E il popolo s’infiamma quasi a incontrare la stessa anima, vi è una esplosione del sentimento dell’ unità nazionale.
di Michele Luongo
In questi giorni in Bolzano presso il Circolo Cittadino ho assistito a una conferenza sul tema “Giuseppe Verdi e la lirica patriottica nel Risorgimento.
Il Dr. Achille Ragazzoni presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento, comitato di Bolzano , ha presentato il relatore prof. Corrado Camizzi di Parma.
Il professore Camizzi ha tracciato il cammino della giovinezza del Verdi, mettendo in risalto la sua capacità di interpretare con la musica quel sentimento di aspirazione nazionale dell’Unità d’Italia.
Non vi è dubbio degli accesi entusiasmi patriottici di Verdi, sostenitore delle idee Mazziniane . Ma, inizialmente le stesse opere del << Nabucco>> ( 1842 ) , dei << Lombardi >> ( 1843 ), di << Ernani>> , inizialmente non erano stati intesi né dal pubblico né dalle autorità occupanti nel senso rivoluzionario.
Le fiamme rivoluzionarie si accendono proprio con le cinque giornate di Milano, nel 1848, al librettista F. . Piave , scrisse : << Onore a questi prodi >> , << Onore tutta l’Italia che in questo momento è veramente grande l’ora è suonata della sua liberazione. E’ un popolo che la vuole: e quando il popolo vuole non c’è potere assoluto che le resista…. >>.
Nelle opere << l’Attila>, << Resti l’Italia a me >> ( 1848 – 1849 ) è viva la reazione del popolo che sprigiona l’amore di Patria.
I versi patriottici del Verdi, provengono dalla propria anima, e presto incontrano la stessa esigenza della gente. Così emerge quella forza corale delle sue opere che è forza corale del popolo. Naturalmente è da intendersi di quel popolo che è politicamente sensibile all’unità nazionale.
Con i fallimenti delle giornate di Milano, e nel 1849 della Repubblica romana , e per tutto il decennio successivo, sembra scomparire la vena patriottica di Verdi .
Ed è proprio in questo periodo che risale la trilogia dei capolavori: << Rigoletto >>, << Traviata>> , << Trovatore >>.
Venuto meno il prestigio di Mazzini, nel 1855 Verdi è più vicino alla posizione moderata del Cavour . E la guerra contro l’Austria riaccese il suo entusiasmo. Pur non arruolatosi, s’impegno nella causa dell’indipendenza italiana, attivò una sottoscrizione per i feriti di guerra ed anticipò del denaro per armare la Guardia Nazionale.
E’ nell’opera << Vespri Siciliani>> che Verdi rivive l’animo patriottico . L’opera è presentata per la prima volta a Parma. E il popolo s’infiamma quasi a incontrare la stessa anima, vi è una esplosione del sentimento dell’ unità nazionale.
Verdi musicò l’inno patriottico << Suona la tromba >>, mantenendo la sua promessa , lo fece recapitare al grande patriota in esilio, Mazzini.
Nel 1859 , Il celeberrimo acrostico << VIVA V.E.R.D.I. >> comincia ad avere il suo significato di << Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia >> , solo quando fu firmata l’alleanza difensiva fra Piemonte e Francia e si scatenò la guerra contro gli austriaci.
A mio avviso, la grandezza musicale di Giuseppe Verdi , diventa restrittiva per la sola italianità. Quella forza corale delle opere verdiane , sprigionano una vitalità universale.
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(08/04/2005)
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