Consiglio in presenza. Il futuro della nostra provincia avvenga guardandosi negli occhi, riunendo il Consiglio provinciale in presenza, non con un freddo voto ognuno da casa sua, senza un vero dibattito e la possibilità di intervenire sulle leggi con un confronto diretto.
di Alessandro Urzì
Consiglio in presenza. Se i test rapidi la Provincia li vuole far fare ai bambini non c’è un motivo perché, pagandoseli, non se li possano fare i consiglieri provinciali per potere finalmente ripristinare le condizioni minime di democrazia in Alto Adige.
Dalla prossima settimana infatti torna a riunirsi ma solo a distanza, online, il Consiglio provinciale. All’ordine del giorno anche le decisioni sulla destinazione dei 500 milioni (ogni giorno qualcuno in meno a dire la verità) per il sostegno ad imprese e famiglie.
Io pretendo che decisioni così cruciali per il futuro della nostra provincia avvengano guardandosi negli occhi, riunendo il Consiglio provinciale in presenza, non con un freddo voto ognuno da casa sua, senza un vero dibattito e la possibilità di intervenire sulle leggi con un confronto diretto. Democrazia sospesa.
Se ai bambini delle scuole in lingua tedesca (in attesa che i vertici della politica provinciale italiana dicano come sempre una parola definitiva) gli strateghi della lotta alla pandemia impongono l’autotampone usandoli alla stregua di cavie allora lo facciano anche i consiglieri provinciali, assumendosene la responsabilità sulle possibili conseguenze, perché quello che si chiede facciano i bambini siano allora i politici a farselo su di sé.
Non si capisce perché con questo tampone i bambini potrebbero andare a scuola mentre i consiglieri provinciali se ne debbano stare comodamente a casa. La volontà è chiara: evitare da parte della maggioranza il confronto.
Non vanno bene i tamponi dei bambini, come noi diciamo dall’inizio di questa storia? Allora si chieda ai consiglieri provinciali, sempre pagandoseli, il tampone non più vecchio di tot ore come li si chiedono ai lavoratori di Merano. Perché a loro questo è richiesto ed ai consiglieri provinciali no?
Ho scritto al Presidente del Consiglio provinciale Noggler per chiedere che questa misura sia assunta, in linea con le decisioni della giunta provinciale per i bambini o i meranesi, già dalla prossima sessione di lavori della prossima settimana.
Consiglio in presenza no al voto da casa. Ricordo che già avevo proposto di tenere le sedute nell’aula spaziosa e quindi sicura del consiglio regionale di Trento ma per motivi ideologici mi si era risposto di no, quasi fosse lesa maestà della autonomia provinciale.
Rifiutare la mia proposta dei tamponi per i consiglieri provinciali per tornare a discutere delle decisioni sul futuro dei nostri cittadini e delle nostre aziende in presenza sarà considerato da parte di Fratelli d’Italia un tentativo di imbavagliarci e allentare il diritto di critica e proposta che solo con un sano dibattito democratico e parlamentare può avvenire. ( http://alessandrourzi.it/ )
Alessandro Urzì
Consigliere provinciale e regionale di Fratelli d’Italia
( 05/03/2021 )
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