Trentinalatte Spa ceduta a Gruppo sardo scelta che Creera’ indubbia e inevitabile concorrenza interna l’Assessore se ne rammarica, ma adesso è tardi. Qual è ora il ruolo Provinciale nel Governo del delicato settore lattiero?
di Claudio Civettini
Come è oramai noto e risaputo, la Trentinalatte SPA – prima di proprietà della holding tedesca Livia – è stata acquisita interamente dal Gruppo Arborea, una cooperativa sarda. Un passaggio che ha generato un evitabile disappunto che l’Assessore, pubblicamente ha cercato di mitigare, ma che, in occasione della riunione degli allevatori a Storo, ha dovuto politicamente recitare la parte dell’arrabbiato per giustificare una palese incapacità di governare i fenomeni del cambiamento, che anche il settore specifico, inevitabilmente, subisce.
Un disappunto, il suo, che riflette un evidente fallimento poiché, nei fatti, quella verificatasi è la cessione di una gestione che – benché la cui proprietà non fosse, come si è detto, italiana mentre ora lo è – avrebbe potuto generare alleanze, ma che ora-invece- diventa una palese concorrenza proprio dentro le mura di casa laddove già i nostri allevatori locali hanno altrettanto palesi sofferenze per un’amministrazione di tutto il settore lattiero segnata da molti limiti.
Limiti che si faranno sentire in particolare nel momento in cui ci si dovrà confrontare, comunque e in ogni caso, con un sistema di concorrenza interna all’interno dei confini trentini, con l’impossibilità per l’Amministrazione provinciale di poter negare una collaborazione anche alla new entry, dato che non è pensabile che ora, per arginare eventuali problematicità, ci si possa mettere ad ostacolare una cooperativa che opererà sul territorio locale.
Trentinalatte acquisita dal Gruppo Arborea. Una concorrenza, quella che si genererà, che sarà seria poiché quanto manifestato dalla cooperativa acquirente riflette un programma autorevole relativo anche alla modulazione e trasformazione del latte, laddove le scelte della politica hanno invece portato ad abbandonare, ad esempio, il percorso della produzione di yogurt, un tempo possibile nello stabilimento di Rovereto, per motivazioni che ancor più oggi stridono con la necessità del rilancio di un settore che, oggi, ha proprio nella trasformazione una ricchezza.
Ora, dinnanzi a questo palese fallimento di una gestione sopra le righe del settore lattiero, segnata più dall’arroganza che dalla gestione del territorio e delle sue risorse, ci pare evidente che l’Assessore provinciale competente debba corrispondere puntualmente rendendo pubblico lo scenario che avrebbe generato quel disappunto che, proprio a Storo, come si diceva, in occasione della riunione con gli allevatori locali avrebbe manifestato come ci è testimoniato da alcuni che erano presenti.
Questo perché crediamo che non sia con l’improvvisazione o le sceneggiate, che si governa un settore così delicato, strategico e con problemi acclarati, ma con progettualità condivisa, che se adeguatamente interpretata, non avrebbe certo permesso di farsi togliere una opportunità di sviluppo quale poteva essere l’acquisizione trentina dello stabilimento produttivo, ora sardo.
Una progettualità, a prescindere dalle appartenenze politiche, doveva portare serietà e credibilità ad un settore sempre sul filo di lana, che non si tutela certo con il protezionismo finanziario (il caseificio di Fiavè ne fu un esempio eclatante!), ma attraverso lo sviluppo di un sistema di produzione, ma anche di marketing, puntuale e preciso che sappia offrire al prodotto latte e ai suoi derivati quel valore aggiunto che i mercati esigono.
Ragion per cui urge che la politica provinciale si metta in discussione velocemente, cogliendo con prontezza nuove opportunità per non dover più inseguire determinati processi ma esserne protagonista. Ciò chiaramente implica lo sganciarsi da quelli che sono – come già detto – i protezionismi politici in favore dello sviluppo di competenze e altissima qualità da poter giocare sul mercato.
Ragion per cui ci sono dei quesiti da sottoporre all’attenzione della Giunta provinciale, che deve chiarire, ad esempio, quale siano le valutazioni politiche circa l’acquisizione legittima di Trentinalatte SPA da parte del Gruppo Arborea e quali le azioni messe in campo-verosimilmente fallite-per l’acquisizione trentina della stessa Azienda, per valutarne quali siano stati i fattori critici dell’insuccesso operativo.
Da spiegare, soprattutto, quali percorsi di valutazione siano stati messi in campo, per analizzare l’innesto di tale realtà cooperativa, in un Trentino che di latte, ha sicuramente qualche cosa da dire e da dare e quali gli scenari di concorrenza produttiva che con l’acquisizione, sicuramente saranno messi in campo, in un sistema di confronto competitivo, qualitativo e quantitativo.
Presentata Interrogazione al Presidente del Consiglio Provinciale
Cons. Claudio Civettini
Civica Trentina
(02/03/2018)
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