Investiamo in una pianificazione urbanistica attenta al territorio. Nuova metodologia, lo SmartCode è la formazione di un sistema urbano ed economico sostenibile.
Redazione
Pianificazione urbanistica attenta al territorio. “Il territorio è l’unica versa risorsa, non delocalizzabile, del Trentino. E’ nostro compito e dovere investire in una pianificazione urbanistica adeguata, aperta alle novità che ci arrivano da altre esperienze europee, così da permettere alla popolazione di vivere in maniera decorosa e sostenibile”.
L’assessore provinciale all’urbanistica ha preso parte nel pomeriggio di oggi al convengo “La pianificazione morfologica della città”, organizzato dal Consorzio dei Comuni trentini che ha visto la partecipazione di tecnici e l’intervento dell’urbanista tedesco Duane Phillips, riferimento in Europa per i nuovi modelli urbanistici improntati alla sostenibilità. Le periodiche critiche ai modelli, alle tecniche e agli strumenti della pianificazione urbana – come hanno spiegato i relatori del convegno – hanno prodotto una diffusa disaffezione verso i piani regolatori, considerati superati e inefficaci.
Tuttavia, l’ipotesi di sostituire i Piani regolatori generali (Prg) con piani strategici (a monte) e piani attuativi ad hoc (a valle) rischia di lasciare gran parte delle trasformazioni urbane senza regole e criteri che ne orientino la forma. Di qui la necessità di trovare nuove tecniche in grado di far evolvere gli strumenti della pianificazione, semplificando il quadro normativo per favorire la riqualificazione complessiva degli insediamenti, sia per le parti edificate, sia per gli spazi pubblici.
“Il metodo della pianificazione morfologica – ha esordito l’assessore – ci offre una visione nuova del tema dello sviluppo urbanistico delle nostre città. Il territorio è un elemento vivo e la città è un contesto in continua mutazione che si adegua ai bisogno di chi ci abita. Il nostro compito e quello dei pianificatori è di trasformare una criticità in opportunità. La vera sfida è di programmare per tempo, oggi, e con gli strumenti e le metodologie migliori quel che accadrà in futuro, domani, riuscendo così ad anticipare gli eventi e non subirli”.
L’assessore ha ricordato come la recente legge urbanistica e il regolamento edilizio (che la giunta preadotterà nelle prossime settimane) sono stati il frutto di una concertazione estesa a tutti gli attori del territorio. “Oggi – ha sottolineato l’assessore – siamo qui per imparare le migliori pratiche europee e ciò che in altri contesti è diventata una modalità ordinaria della pianificazione urbanistica. Il territorio trentino presenta proprie peculiarità ma siamo aperti ad una contaminazione positivo con le migliori novità internazionali perché siamo convinti che il territorio è l’unica, vera, risorsa non delocalizzabile che abbiamo e su cui bisogna investire”. Il Trentino ha un fondovalle, urbanizzato, che ha adottato un approccio diverso rispetto alle valli: “Lo strumento pianificatori – ha aggiunto il responsabili all’urbanistica – deve tenere conto di questa realtà. Ascoltare e impara ciò che di buono si sta facendo in Europa può rappresentare un piccolo seme che in Trentino può trovare il territorio ideale per diventare una pianta forte da diffondere, magari, al resto d’Italia. E questo rappresenta anche il senso della nostra Autonomia: sperimentare buone pratiche da condividere con il Paese”.
I relatori del convegno sono partiti dalla convinzione condivisa che ai nuovi strumenti di pianificazioni vadano affiancati metodologie innovative. Il convegno ha inteso così offrire informazioni aggiornate sull’approccio più sperimentato alla pianificazione morfologica oggi disponibile: lo SmartCode. L’obiettivo della nuova metodologia, lo SmartCode appunto, è la formazione di un sistema urbano ed economico sostenibile, in grado di adattarsi alle condizioni locali con vantaggi e benefici tangibili.
Scoprire che quell’esperimento di “architettura del piano” è entrato in crisi, e che, per uscire dall’impasse si sta valutando di adottare lo SmartCode, è stata una sorpresa che ci ha indotto a concentrarci soprattutto su quest’ultimo strumento, che (Berlino a parte) si sta progressivamente diffondendo in Europa.
“Alla base dello SmartCode – ha spiegato Beppo Toffolon, architetto ed urbanista di Trento – c’è il ‘Transect’, cioè una sezione di territorio che contiene una transizione. Il concetto è mutuato dall’ecologia ma si presta ad essere analogamente applicato alla transizione tra ambiente naturale e ambito urbano. Un aspetto rilevante di questo approccio è che non fornisce solo strumenti per gestire le trasformazioni urbane, ma consente anche di controllare il rapporto con il paesaggio, integrando intimamente i due aspetti. Il Transect è quindi una transizione tra zone che, partendo da quelle naturali, attraversa le zone agricole fino al margine degli insediamenti dove incontra prima le zone suburbane, prevalentemente residenziali e a bassa densità poi i tessuti urbani intermedi, di carattere generale, ancora prevalentemente residenziali ma con maggiore densità. Di qui procede verso le zone centrali con caratteri più intensamente urbani, dove la presenza di attività terziarie comincia a essere significativa sino al vero “cuore” urbano, cioè al nucleo a maggiore densità dove è presente la massima concentrazione di attività terziarie e di servizi di vasta portata. In sostanza, lo SmartCode è un sistema flessibile e modulare di regole – prevalentemente morfologiche – applicabili alla diverse zone del Transect, cioè alle diverse parti del continuum urbano e paesaggistico”.
Secondo Duane Philipps, architetto ed urbanista di Berlino, “l’’Europa può oggi affiancare le amministrazioni locali e i governi nazionali nell’aggiornamento della pianificazione urbanistica e propone strategie accessibili ed efficienti per affrontare le sfide della sostenibilità . ( http://www.tsm.tn.it )
Redazione
(05/12/2016)
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