La scenografia un giardino labirinto di verdi siepi, sormontate da gigantesche rose rosse. Belle le coreografie delle sedie e degli ombrelli. Un superlativo Don Bartolo con Bruno de Simone.
di Michele Luongo
Verona – Per il 93°Opera Festival, sabato sera il debutto del Barbiere di Siviglia, di Gioacchino Rossini, libretto di Cesare Sterbini, melodramma buffo in due atti. Regia, scena e luci Hugo de Ana, Coreografia Leda Lojdice. Due ore e quaranta minuti d’intenso spettacolo. Sotto un cielo grigio, intenso con nuvole che andavano ingrossandosi, il corpo di ballo scandisce gli applausi, seguito dal pubblico dell’arena cosi l’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Giacomo Sagripanti, apre con bella melodia, decisa, un crescendo con la cavatina di Figaro, che riceve il lungo applauso dell’arena.
La scenografia un giardino labirinto di verdi siepi, sormontate da gigantesche rose rosse, è di forte ed immediato effetto cromatico, quasi naturale l’inizio con una serenata di Fiorello interpretato da Nicolò Cerani, servitore del Conte d’Almaviva, che per suo conto canta alla bella Rosina di cui è innamorato. Ma una leggera pioggia interrompe lo spettacolo. L’arena, in attesa, diviene lo spettacolo nello spettacolo, sulle gradinate il pubblico si alza e si abbassa in sequenza, è ola, è un insieme, quasi un piacevole sortilegio, poco dopo smette la pioggia e si riprende con Il Barbiere di Siviglia. Terminata la serenata, infatti, entra in scena Figaro, barbiere nonché tutto fare al quale il Conte chiede aiuto per conquistare il cuore della bella Rosina. Figaro, che conosce bene la ragazza poiché per lavoro ne frequenta la casa, gli riferisce che Rosina non è la figlia del dottor Bartolo, ma la sua pupilla, il tutore è geloso e guardingo, e conta di sposarla per mettere le mani sulla sua dote, per cui accetta di aiutarlo.
Figaro consiglia al Conte di cambiare personalità e fingersi un giovane soldato ubriaco e di entrare nella dimora; il barbiere procura a Lindoro ( il Conte) un foglio che ne attesta la temporanea residenza in casa di don Bartolo, tentando di allacciare i rapporti con Rosina. Pur non conoscendo la vera identità di Lindoro, Rosina se ne innamora e comincia a sperare che questi possa liberarla dal giogo di Bartolo. Così scrive una lettera e affida a Figaro il compito di consegnarla. Ma Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del Conte di Almaviva in Siviglia e suggerisce a don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura, giunto in casa sorprende Figaro e Rosina, e si accorge che manca un foglio dal taccuino. Termina il primo atto sottolineato da lunghi applausi.
Nel secondo atto Don Bartolo comincia a sospettare circa la vera identità del giovane soldato Lindoro. Quando giunge il sedicente maestro di musica don Alonso (in realtà è sempre il Conte, celato sotto un nuovo travestimento), che afferma di essere stato inviato da Don Basilio, rimasto a casa febbricitante, a sostituirlo nella lezione di canto per Rosina. L’inganno non dura molto, Don Bartolo riesce a smascherare il finto insegnante di musica e cacciarlo da casa. Poi, fa credere a Rosina, mostrandole il biglietto consegnatogli da Don Alonso, che Lindoro e Figaro si vogliano prendere gioco di lei, e quest’ultima amareggiata acconsente alle nozze con il suo tutore.
Su Siviglia un temporale infuria nella notte, il Conte e Figaro entrano dal balcone, servendosi di una scala, in casa di Don Bartolo e trovano la Rosina furibonda. L’equivoco è subito chiarito: Lindor e il Conte sono in realtà la stessa persona. Felici e innamorati, i due giovani stanno per allontanarsi ma non è più possibile Don Bartolo ha rimosso la scala, e a complicare le cose arriva Don Basilio con il notaio. Ed è ancora l’astuzia di Figaro che sbroglia la situazione: fingendosi padrone di casa, presenta Rosina al notaio come sua nipote e la fa sposare con il Conte e Don Basilio viene convinto e fa da testimone. A cose fatte il Conte d’Almaviva svela la sua entità e il suo rango a Don Bartolo e lo invita a desistere, tranquillizzandolo giacché rinuncia alla dote della ragazza. Cosi Almaviva e Rosina coronano il loro sogno d’amore. Lungo ed intensi applausi sottolineano ml’opera, ma ancora una sorpresa, un’ovazione, il finale è arricchito da fuochi d’artificio.
Ottima l’Orchestra dell’Arena, e la direzione di Giacomo Sagripanti, precisa, decisa, straordinario il Coro, Corpo di Ballo sempre puntuali, in perfetta sincronia e di alta scuola dal primo all’ultima figura sulla scena grande professionalità.
Un Figaro poco protagonista che non catalizza la scena ed è poco sciolto, necessita, di una maggiore vivacità tipica del personaggio.
Antonino Siragusa è il Conte d’Almaviva, ha bel canto e padronanza scenica. Bruno de Simone è Don Bartolo, superlativo, efficace la sua interpretazione riesce a cogliere e trasmette tutte le sfumature del non facile personaggio. Molto bravo Roberto Tagliavini in Basilio, imponente, elegante. Jessica Pratt è Rosina ottima voce, bel fraseggio, acuti precisi e delicati una Rosina convincente, ma qualche tocco in più…
Le coreografie di Leda Lojodice, sia nei passi di danza sia nei costumi sono ammirevoli, poi straordinaria la scena con le sedie ed è incantevole quella con gli ombrelli per la notte del temporale su Siviglia, colori sincronia. Eccellente.
Gli spettacoli all’Arena di Verona per il loro fascino sono semplicemente unici, restano nel cuore, nella mente. La 93° dell’Opera Festival è in scena dal 19 giugno al 6 settembre 2015. Il Barbiere di Siviglia dopo la prima sarà in scena il 7, il 20 e il 28 agosto, e il 4 settembre 2015. ( www.arena.it )
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(03/08/2015)
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