Olimpiade applausi Innsbrucker Festwochen der Alten Musik

Olimpiade applausi al Tiroler Landestheater. Superlativa l’Orchestra del Festival di Innsbruck, e la direzione di Alessandro De Marchi. Ottime interpretazioni per un’opera complessa e piena di sfumature
di Michele Luongo

Olimpiade applausi Innsbrucker Festwochen der Alten MusikOlimpiade applausi all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik. Nell’ambito del Festival di musica antica di Innsbruck al Tiroler Landestheater venerdi 4 agosto 2023 è andata in scena la premiere dell’Olimpiade di Antonio Vivaldi su Libretto di Metastasio.

Al Tiroler Landestheater Alessandro De Marchi è accolto da un lungo e intenso applauso, con il 47° Festival di musica antica di Innsbruck, giunge al termine la sua direzione. Vera dedizione, passione e professionalità di cui l’organizzazione e il pubblico, i cittadini di Innsbruck gli riconoscono e tramite il Sindaco Georg Willi gli ha consegnato l’Anello d’Onore della Città di Innsbruck, per il suo lavoro svolto. Consegna avvenuta con propria cerimonia nella Sala Spagnola del Castello di Ambras.

L’opera di Vivaldi l’Olimpiade diretta da De Marchi celebra la sua prima assoluta al Teatro di Stato del Tirolo.

L’Olimpiade è un opera drammatica e nello stesso tempo romantica, in tre atti, che prende spunto da una vicenda della vita di Clistene, re di Sicione. Nacquero due figli gemelli Filinto ed Aristea, ma avvertito dall’oracolo di Delfo del pericolo d’essere uccio dal proprio figlio e su consiglio dello stesso oracolo ordinò di uccidere il figlio maschio e conservare la figlia Aristea che crebbe in bellezza e fu amata da Magacle, un nobile e valoroso atleta ateniese, più volte vincitore dei giochi olimpici. Ma non avendo il consenso del padre in quanto non amava gli ateniesi, se ne andò in Creta. Qui assalito da malfattori viene salvato da Licida, creduto figlio del re dell’isola.

Licida amava Argene, una nobil dama cretense, ma scoperto il suo amore, il re, non permise queste nozze ineguali, e perseguitò Argene che fu costretta ad abbandonare la patria e fuggire sconosciuta nelle campagne d’Elide (luogo dei giochi olimpici) assumendo il nome di Licori. Lucida affranto per la fuga di Argene, decise di andare in Elide per i giochi olimpici. Clistene, eletto reggente dei giochi, invitò alla competizione i migliori atleti della Grecia. E al vincitore andava un premio speciale, la mano di sua figlia Aristea. Lucida se ne invaghi, ma non essendo un atleta convinse l’amico Magacle, a gareggiare con il nome di Licida, nulla sapendo dell’amore di Magagle con Aristea.

Intanto Argene che era stata bandita dalla sua terra cretese, incontra Aristea ed entrano in confidenza. Alcandro consigliere del re Clistene le informa che la vittoria è andata a Lucida (in realtà Megacle). Clistene nel proclamare il vincitore Magagle questi chiede di sposare Aristea una volta giunto a Creta e l’affida nel frattempo a Licida presentato come suo servo. Arriva Aristea e scopre il vincitore Megacle che gli spiega la situazione. Aristea addolorata sviene. Magagle per non esasperare la propria e l’altrui disperazione decide di partire prima che Aristea riprende i sensi.

Nel frattempo Il re scoperto l’inganno condanna Licida all’esilio, questi si avventa contro il re ma viene bloccato e imprigionato e condannato a morte. Nell’imminenza dell’esecuzione Licida chiede di rivedere Megacle, i due amici s’incontrano brevemente. Nell’attuare la condanna interrompe Argene offrendosi come vittima in sostituzione di Licida, e mostra un monile che le aveva donato. Il re Clistene lo riconosce come appartenente a suo figlio Filiento. A questo punto il confidente Alcandro interviene e confessa di non avere eseguito l’ordine di annegare il bimbo, ma di averlo consegnato ad Aminta. 

Il re Clistene ha ritrovato il figlio Licida fratello di Aristea, ma dove eseguire la condanna emessa. Provvidenziale giunge la notizia che la giornata in cui Clistene governava a Olimpia è ormai trascorsa: il re non è più dunque competente sul reo. Il popolo decide allora di assolvere Licida.

Bell’opera l’Olimpiade, messa in scena dall’acuto e raffinato regista Stefano Vizioli che ha saputo conquistare e coinvolgere il pubblico per ben tre ore di spettacolo. La scenografia di Emanuele Sinisi ha la bellezza della linearità, essenzialità, una palestra con varie attrezzi, dove gli atleti si preparano per i giochi olimpici. Una parete che viene avanti per divenire una camera da letto o contenere la fiamma dell’Olimpo per il sacrificio, e con una scala a chiocciola al balcone che rappresenta il potere, la sede del re. Molto belli i costumi di Anna Maria Heinreich che coniugano l’epoca, la modernità e l’attività sportività.

Olimpiade applausi all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, che hanno caratterizzato la fine di ogni aria e del primo e del secondo atto.

Raffaele Pe, controtenore è Magacle, amante di Aristea e amico di Licida. Ottima la presenza scenica, il canto lirico, ricco di sfumature, soave o sofferente, anche sugli attrezzi è intatto. Perfetto, completamente nella parte.

Bejun Mehta, controtenore nel ruolo di Licida, innamorato di Argene, creduto figlio del re di Creta, amante di Aristea e amico di Megacle. Figlio ritrovato di Clistene, fratello di Aristea. Splendida presenza scenica, superba sensualità, splendida linea di canto che nel primo atto nell’aria del rapporto d’amicizia con Magagle ne esalta con naturalezza il complesso significato.

Margherita Maria Sala, contralto nel ruolo di Aristea, ha voce vellutata. Bene nella parte con i differenti sentimenti, è volitiva, ma la parte con diverse sfumature non è facile. Ottima la reazione furente che ne fa esplodere la presenza scenica e il canto, quando apprende dell’inganno, sentendosi tradita dal suo amore, e nella scena delle effusioni amorose con Magaglie.

Ottima interpretazione quella di Benedetta Mazzucato, soprano nella parte di Argene, dama cretese sotto il finto nome di Licori, amante di Licida. Decisa e incisiva, canto morbido e passionale pronta al sacrificio per l’incanto dell’amore.

Christian Senn, baritono è Clistene re di Sicione, ottimo interprete, tecnica e professionalità. E Luigi De Donato, basso di bel timbro deciso e chiaro, nel ruolo del confidente Alcandro.

Straordinario Bruno de Sá, soprano nel ruolo di Aminta. Splendida presenza scenica ogni gesto ha espressione di eleganza e poesia. Una estensione vocale impressionante, e al termine dell’aria “Siam navi all’onde algenti” e dal pubblico riceve ovazione.

Olimpiade applausi Innsbrucker Festwochen der Alten MusikPuntuali gli interventi del Coro Maghini diretto da Elena Camoletto. Superlativa l’esecuzione dell’Orchestra del Festival di Innsbruck, perfetta la direzione di Alessandro De Marchi, che con dinamismo e suono elegante, fiorente, disegna, in un complesso arco narrativo, con estrema chiarezza e bravura l’emozioni dei personaggi.

Olimpiade applausi e che applausi al Tiroler Landestheater, con il terzo atto il finale è con standing ovation, 7 minuti di continui e intensi applausi con il pubblico in piedi che ha sottolineato la bella serata del 47° Festival di Musica Antica di Innsbruck.

E un plauso va all’organizzazione per la puntualità e per la cura dei dettagli, non sempre scontati e certamente non di facile organizzazione un Festival così complesso e riuscire a coinvolgere l’intera cittadina di Innsbruck, per far diventare The Innsbrucker Festwochen der Alten Musik uno degli più importanti appuntamenti sulla scena internazionale.
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di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (10/08/2023)

 

 

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