Boom dell’eolico offshore e senza incentivi

Boom dell’eolico offshore e senza incentivi. L’Italia litiga sulle trivelle, il Nord Europa investe su parchi eolici giganteschi, e senza incentivi statali. Nel Regno Unito è stato appena completato Hornsea One, il più grande impianto eolico del mondo con una superficie doppia rispetto a quella di Milano
di Michael Pontrelli  

Boom dell’eolico offshore e senza incentivi. In tema di energia il dibattito pubblico italiano fino a poche settimane fa è stato dominato dallo scontro sulle trivelle che ha portato anche a più di una tensione all’interno dell’esecutivo. Nel frattempo, senza nessun clamore mediatico, il Regno Unito ha portato a compimento la costruzione del più grande parco eolico offshore, ovvero sul mare, del mondo. L’impianto, che si chiama, è localizzato a 120 miglia dal porto di Hull, nel Mare del Nord, ed ha una estensione di 400 chilometri quadrati, il doppio della superficie di una città come Milano. A regime avrà una potenza di 1,2 gigawatt, più di una centrale nucleare, e potrà fornire energia ad oltre un milione di famiglie.

L’ambizioso obiettivo di Londra

Il completamento di Hornsea One è solo il primo passo. Il Regno Unito nei prossimi anni costruirà altri quattro parchi eolici contigui che a regime avranno una potenza complessiva di 8 gigawatt, ovvero quanto 8 centrali nucleari. Per i britannici non si tratta del primo investimento di questo tipo. Pochi mesi fa nel Mare di Irlanda è stato completato il parco eolico di Walney, solo di poco inferire ad Hornsea One come dimensioni. L’obiettivo di Londra è ambizioso: arrivare a coprire da fonti eoliche offshore un terzo della domanda elettrica inglese entro pochi anni. E i britannici non sono i soli a puntare sull’eolico. L’Olanda sta già costruendo i primi suoi due parchi offshore con l’obiettivo di completarli entro il 2022. Ancora meglio sta facendo la Germania che entro il 2024 ne costruirà tre.

Investimenti senza incentivi statali

Come mai si sta registrando il boom dell’eolico offshore. Il motivo è puramente economico: il crollo dei prezzi della tecnologia. La possibilità di installare a costi più bassi rispetto al passato turbine giganti (con altezza di oltre 200 metri) sta rendendo questa fonte energetica competitiva con le fonti fossili. E il risultato è che i parchi in costruzione in Olanda e Germania non beneficeranno di incentivi pubblici. Lo Stato si farà cario solo del collegamento degli impianti con la terraferma.

E l’Italia? Per il momento l’unica notizia che ci riguarda è che i cavi sottomarini di Hornsea One sono stati forniti dalla  nostra Prysmian. Per il momento (e chissà ancora per quanto tempo) da noi si continuerà a parlare di trivelle e di idrocarburi. Per gli investimenti nelle rinnovabili c’è tempo. (  https://notizie.tiscali.it  )

 

    di Michele Pontrelli
     (21/02/2049)

 

 

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