Il Premier Mario Draghi ha ridato valore al senso della parola nella politica italiana. Ha portato a Palazzo Chigi, lo stile, il prestigio, la qualità che merita ogni grande Istituzione. Sperando che non resti imbrigliato nella gabbia della cattiva politica.
di Michele Luongo
Il Premier Mario Draghi. La parola sin dall’inizio della storia dei rapporti tra gli esseri umani ha assunto un grande valore. Le parole, la parola, hanno sempre un senso e i fatti sono il loro specchio.
Non a caso che in ogni settore la comunicazione è divenuta importantissima, tanto più nell’ambito sociale, industriale, imprenditoriale, finanziario e politico.
Lo sa benissimo il Premier Mario Draghi probabilmente ne è un maestro, basti ricordare le sue conferenze stampe quando era alla Bce, la stampa, i giornalisti, gli analisti ne esaminavano ogni singola parola, proprio per quella loro importanza, da esse alcun adito a interpretazioni o lasciate nel vuoto.
La comunicazione, la parola, ha avuto una caporetto proprio con l’ultimo governo Conte, con le promesse sbandierate in prima serata sulle tv nazionali, come se fossimo a una televendita, o ad annunci di conferenze stampe sistematicamente in ritardo.
Il Premier Mario Draghi ha portato e ridato a Palazzo Chigi, lo stile, il prestigio, la qualità della parola che merita ogni grande Istituzione. Si comunica solo quando si ha qualcosa da comunicare, così fa un vero capo di governo, il Premier, senza l’ossessione di apparire ad ogni costo.
Uno stile che piace, basti ascoltare le persone per la strada che commentano: “che era ora, bisogna fare, non chiacchierare”.
Mario Draghi con questo suo governo sembra voler proprio sottolineare la sua linea di “poche parole e fatti”, d’altronde non dimentichiamo che di tempo legislativo non ne ha molto. Ma ha già ottenuto un grande e importante successo l’aver dato una sferzata alla decadente politica italiana.
Adesso verrà il compito più difficile quel stare nell’arena della quotidianità della politica, cosa certamente non facile, ma, in considerazione, appunto, del limitato tempo a disposizione, penso che la sua chiamata sia dovuta soprattutto a realizzare quel piano Recovery plan, e dare un po’ di credibilità al Paese, dove una pessima politica la stava lasciando cadere nel baratro.
Quella politica malata, contagiata dal virus delle facili promesse, che ha smarrito il senso dell’etica e del valore del rispetto e di rappresentanza del popolo. Solo quando queste linee saranno ben chiare e il popolo avrà acquisito questa consapevolezza senza lasciarsi abbindolare dai vaff delle piazze e dai movimenti di comodo, forse, ci incammineremo verso una cultura politica di crescita per il bene dei cittadini.
Per adesso accontentiamoci di Mario Draghi, sperando che non resti imbrigliato in quella gabbia d’inefficienza e pochezza politica.
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(06/03/2021)
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