Premier Mario Draghi senza aureola

Il Premier Mario Draghi senza aureola, il super Mario, il marziano, si scontra con il vero volto della politica italiana. Una lontananza dai problemi reali del Paese non poteva che portare all’attuale crisi di governo
di Michele Luongo

 

Il Premier Mario Draghi senza aureola, il super Mario, il marziano, si scontra con il vero volto della politica italiana e delle problematiche della quotidianità dei cittadini.

Le elezioni di questa Legislatura hanno combinato un vero disastro politico, il Movimento 5 Stelle elettoralmente promosso per la dirompente promessa di cambiamento della politica, nell’andare avanti si è dimostrato un contenitore sempre più vuoto tradendo la fiducia degli elettori.

Con una straordinaria azione politica di Matteo Renzi, a Palazzo Chigi giunge Mario Draghi, ridando al ruolo Istituzionale stile e prestigio. Il suo inizio mandato ci aveva sorpreso come uomo di poche parole prediligendo i fatti. Ma nel suo nuovo esecutivo c’era una grande ombra il ministro Speranza, la persona simbolo di quella pessima gestione Covid, la sua presenza lasciava mille domande.

Poi, molto presto finito il momento del grande fascino e superato brillantemente l’incarico di portare a terminare la richiesta dei fondi Pnrr, e il dare una sferzata all’emergenza Covid, si è fermato sulle promesse delle riforme. Anzi si aveva una netta sensazione che volesse andare via, forse, aspirava a diventare Presidente della Repubblica, al momento probabilmente anche meritato, ma qualcosa è andato storto, e il nodo non gli è andato giù.

Da quel momento abbiamo visto un altro Draghi, come in cerca di qualcosa. Ed ecco che si lancia con stupefacente superficialità nell’alimentare una guerra Ucraina Russia cercando una scena internazionale, dimenticando le problematiche italiane.

Perché è vero che dopo due anni di Covid e di emergenza ci si aspettava che si fosse vicino ai cittadini italiani, invece erano e sono passati in secondo piano, anzi quella scelta internazionale con le sanzioni ci ha portato a subire non poche conseguenze. Perche?

Una lontananza dai problemi reali del Paese non poteva che portare all’attuale crisi. Cosi il Premier Mario Draghi, il super Mario, il marziano, è senza aureola e si scontra con il vero volto della politica italiana e delle problematiche della quotidianità dei cittadini, andando in una impasse stagnante.

Poi, la mattina di ieri 20 luglio, il suo intervento alla Camera del Senato, lascia tutti di stucco: “Siete Pronti, pronti, pronti”, quasi a voler chiedere una fiducia incondizionata. E poi, “Sono qui in quest’Aula solo perché gli italiani lo hanno chiesto”. E’ la caduta dell’aureola, si è in Parlamento ed era qui che bisognava rispondere, non a quelle unità di manifestazioni organizzate alla spicciola o di quelle firme di sindaci (non sottoscritte dai Consigli Comunali) opportunamente chiamati, non poteva essere quella l’Italia intera.

E di fatti la risposta non si fa attendere l’intervento del capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, è chiara ed esplicita risposte agli italiani e governo forte senza il M5S.

E quindi ci si chiede. Possibile che Draghi non abbia avuto questa accortezza politica? Possibile che Draghi non abbia saputo tessere le parti? Possibile che invece di dare risposte concrete abbia scelto la continuità di quello che si stava frantumando? O forse è semplicemente che Draghi, quel “super osannato”, non ne può più e abbi cercato un modo di uscire?

Una legislatura che molto presto ha dimostrato la sua fragilità governativa, poi ben tre governi con la netta sensazione del tirare a campare con l’assenza del Colle, forse, molti potevano essere risparmiati al Paese.

L’amara realtà di questo Paese, purtroppo, una Costituzione fuori dal tempo che necessità di urgenti di riforme, riforme che parole tutti vogliano ma poi nei fatti tutti le evitano, ed è il persistente fallimento della politica italiana.

 Ed una politica fallimentare ogni qualvolta che ci si affida a un governo tecnico, invece di assumersi le responsabilità e con dignità di rivolgersi di nuovo ai cittadini, agli elettori. Quelli elettori che per giochini di Palazzo si cerca sempre di evitare come se fossero una peste, invece cari politici, partiti, movimenti, associazioni, e Pres Mattarella, fino a prova contraria, il popolo è sovrano ed andare alle elezioni significa avere rispetto dei cittadini, del popolo, degli elettori, questa è Democrazia.

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (21/07/2022)

 

 

 

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