Un suo bassorilievo in vetro-resina su catartica volontà del compianto Capo della Polizia Antonio Manganelli e del suo successore Alessandro Pansa è stato posto nel primo piano della Questura di Roma, ultima sua sede di servizio come funzionario della Polizia di Stato.
di Ennio Di Francesco
Nell’attuale fase di pericolosa “anomia politica e conflittualità sociale”, pionieri preziosi del convivere sociale sono soprattutto gli insegnanti, i poeti, i magistrati, i “tutori dell’ordine” spesso vilipesi e dimenticati.
Per non dimenticare un Eroe Italiano
Nicola Calipari, classe 1953, brillante funzionario della Polizia di Stato, coraggioso e scomodo per amore di verità. Dopo avere lavorato per 22 anni in posizioni di responsabilità a Genova, Cosenza, Roma, transitò nel 2002 al “Sismi” portandovi la sua professionalità e generosità. V
enne ucciso il 4 marzo 2005 a Baghdad da “fuoco amico” statunitense mentre portava in salvo la giornalista italiana di “rifondazione comunista” Giuliana Sgrena ivi sequestrata e da Lui liberata e protetta sino all’ultimo facendole scudo col suo corpo.
Ha lasciato la moglie e due figli.
La Corte di Cassazione nel giugno 2008, respingendo il ricorso della Procura di Roma, ha deciso la mancanza di giurisdizione italiana a fare giustizia sulla sua uccisione.
Il 5 marzo dello scorso anno un suo bassorilievo in vetro-resina su catartica volontà del compianto Capo della Polizia Antonio Manganelli e del suo successore Alessandro Pansa è stato posto nel primo piano della Questura di Roma, ultima sua sede di servizio come funzionario della Polizia di Stato. Almeno in questo un po’ di giustizia è stata fatta.
Dal 2005 un altro bassorilievo è in Abruzzo, nell’aula del Consiglio comunale di Ari-Paese della Memoria. ( www.enniodifrancesco.it )
di Ennio Di Francesco
(14/03/2015)
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