Liu Jo moltiplica i progetti, in attesa della quotazione. Molti i progetti retail per l’azienda carpigiana, che ha in programma di aprire 66 nuovi punti vendita a livello globale.
di Elena Passeri
Liu Jo ha decisamente il vento in poppa. Dopo aver annunciato la volontà di quotarsi in Borsa entro il prossimo anno e l’obiettivo di chiudere il 2018 a 400 mln di euro, l’Amministratore Unico dell’azienda, Marco Marchi, ha svelato a FashionNetwork.com altre importanti novità. Prima fra tutte l’ampliamento delle proprie gamme di prodotto con il lancio di una linea di arredamento: “abbiamo appena chiuso una licenza con ATL Group per la produzione di una collezione di mobili, concentrata inizialmente su divani, letti e sedie, ma che sarà poi progressivamente ampliata”, ci ha spiegato l’imprenditore. “Si tratta di una licenza mondo, che l’azienda romagnola ATL distribuirà in tutto il mondo, in particolare in Europa, con focus sulla Francia, e in Russia”.
Proseguono, poi, gli investimenti volti all’acquisizione delle realtà a cui Liu Jo si appoggia per produrre le diverse categorie merceologiche che compongono la sua variegata offerta. Nel 2017 è stata, infatti, siglata la nascita della joint venture Liu Jo Luxury, con Nardelli, per la collezione di orologi e gioielli del marchio carpigiano, che era prima in licenza. Sempre da pochi mesi è nata anche la joint venture Eli relativa alla produzione di calzature donna, che probabilmente includerà nel futuro anche le calzature bambina che attualmente sono realizzate da Elisabet. Quest’anno c’è, poi, la volontà di dar vita ad un’ulteriore joint venture con la napoletana Co.Ca.Ma S.r.l. che ad oggi produce in licenza la linea Liu Jo Uomo. Ma non è tutto. Con la PE 2018 Marchon inizierà anche la produzione di occhiali da sole da uomo Liu Jo (la licenza donna da sole e vista è attiva dal 2013, ndr.) mentre, con l’AI 2018 debutterà una linea di gioielli in acciaio solo donna all’interno della Liu Jo Luxury.
Molti anche i progetti retail per l’azienda carpigiana, che ha in programma di aprire 66 nuovi punti vendita a livello globale entro l’anno, con un forte sviluppo in Russia e nella vecchia Europa, oltre che in Cina e Stati Uniti. “Siamo stati in Cina per lungo tempo ma, nel giro di 3 anni, abbiamo perso 54 punti vendita a causa di un accordo commerciale non positivo. Adesso ho deciso di ripartire, con aperture gestite direttamente da noi e, nel mese di marzo, inaugureremo il primo store di questa nuova fase di espansione: 200 metri quadri al Plaza 66, a Shanghai, dedicato alle collezioni donna. Seguirà poi un opening a Pechino. Lo sviluppo futuro sul territorio dipenderà dai risultati che otterremo in queste due location”, ha precisato Marco Marchi, che ci ha annunciato di aver anche appena chiuso un accordo con un importatore californiano per lo sviluppo del marchio in USA.
Sempre per quanto riguarda l’estero, che rappresenta il 40% del fatturato di Liu Jo, il primo mercato è la Francia, con una quota del 28%, dove infatti sono previste diverse aperture: imminente Digione, cui seguirà Bastia, in Corsica.
L’azienda, fondata nel 1995 a Carpi, ha chiuso il 2017 con un ebitda in crescita e un fatturato a 328 mln di euro, dai 305 del 2016, con un risultato quasi raddoppiato in dieci anni. Liu Jo è oggi presente in 50 Paesi e 3 diversi continenti (Europa, Africa e Asia) tramite una rete di distribuzione composta da oltre 350 punti vendita monomarca e 5.000 punti vendita multimarca.
( http://it.fashionnetwork.com – http://www.liujo.com/it/ )
di Elena Passeri
(12/02/2018)
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