Tavoli all’aperto, ci è voluto il Covid per farci capire della possibilità di incrementare i posti all’aperto dei locali pubblici. L’attuale situazione è una opportunità per le associazioni gli amministratori pubblici.
di Michele Luongo
Tavoli all’aperto, ci è voluto il Covid per farci capire le assurdità di alcune regole per il settore della ristorazione. Basti pensare a quella ideologia dei tavoli selvaggi, dei posti all’aperto e delle vicinanze dei locali, anni e anni cui le varie amministrazioni sembravano elargire chissà che cosa.
Politica e mentalità cieca, eppure bastava e basta dare uno sguardo ad altri paesi come ad esempio la Svizzera, la Germania, la Francia, gli USA, la Spagna, dove dei tavoli all’aperto nelle stradine, nelle piazzette, ne hanno fatto una caratteristica turistica per le città.
Bisogna rinnovare la mentis pensanti e uscire dal circolo della concessione politica, per un normale svolgimento di un servizio con regole certe, e, soprattutto, l’uso del buonsenso oramai smarrito, di cui mai legge è più giusta, invece di lasciarsi a tortuosi e viziosi cavilli che danneggiano la crescita turistica del Paese.
Adesso le varie associazioni di categoria quasi si rallegrano per l’incremento dei tavoli all’aperto dei locali pubblici, ma sarebbe anche opportuno capire che si è giunti con grave ritardo e solo per esigenza ed emergenza Covid non da idee lungimiranti.
L’attuale situazione è una opportunità per le associazioni e per gli amministratori pubblici al fine di perseguire la strada di rinnovamento e di crescita del turismo con una più ampia offerta e qualità dei servizi, incominciando ad incrementare ed incentivare la Scuola Alberghiera.
Occasione da non perdere per rilanciare e promuovere le nostre cittadine, strade pulite, servizi qualificati, e utilizzare la stupenda risorsa, non solo occasionalmente ma in continuità, degli artisti di strada o degli artisti locali, con romantica e soft musica che conquista letteralmente i turisti.
Riscopriamo e valorizziamo le nostre tradizioni altri Paesi se ne sono appropriati e noi le abbiamo abbandonate.
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(29/05/2021)
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